E’ lo spazio più “teatrale” del museo, con un forte impatto scenografico di scabra nudità. Entrati nella stanza completamente buia, scattano due fasci di luce che illuminano in successione una sedia e l’inquietante Arpia, realizzata da Gianni Fanello con l’utilizzo di metallo, ossi, denti. Si sentono i racconti di coloro che furono arrestati e interrogati alla Casermetta. La citazione sonora si conclude con la lettera di Adorno Borgianni, condannato a morte e fucilato nella Caserma Lamarmora di Siena.